Con Tommaso Balasso abbiamo condiviso un set fotografico un bel po di tempo fa. A distanza di anni mi sono ricordato dei suoi racconti e il ricordo empatico di una persona speciale. Così ho deciso di ricontattarlo e di inserirlo in questo “esperimento sociale” che tratta il talento nella più estesa delle accezioni. Appena ci colleghiamo via Skype mi faccio raccontare quello che mi colpì di lui e ve lo riassumo brevemente: otto anni alla “guida” dell’amico ipovedente Gianmaria Dal Maistro(link) alle Paralimpiadi invernali (non Paraolimpiadi come spesso si dice erroneamente). Torino e Vancouver (a Vancouver come portabandiera della Nazionale). Vincitori di 5 Medaglie alle Paralimpiadi, 5 Medaglie ai Campionati del Mondo e 3 Coppe del Mondo di specialità. Fondatore della scuola di sci Scie di Passione(link) con un team di oltre 25 Maestri all’attivo, atta a favorire quotidianamente l’integrazione tra disabili e normodotati attraverso la pratica sportiva e l’organizzazione di progetti dedicati.
Ecco. Tommaso è la rappresentazione vivente di cosa intendo quando parlo di “talento in ognuno di noi”. Perchè è l’esempio perfetto del fatto che si possano unire talento, passione, attività professionale e sostegno agli altri senza sacrificare se stessi. Ne sono profondamente colpito, e l’obiettivo mio, sarà trovare il modo per imparare da lui, seguirlo e possibilmente, supportarlo.
Alla domanda di quale sia il suo talento ricevo una risposta semplice e potente che dovrebbe essere ripetuta come un mantra nelle scuole:

Il mio talento? Fiutare delle situazioni belle. Dove si può vivere bene.
Dove non si pensa solo a se stessi, ma si pensa un pò anche agli altri.

Così gli chiedo, vista la condivisione sportiva, quale fosse il talento di Gianmaria:
“Lui era un uomo di ghiaccio. Una macchina da guerra, non programmata per distruggere, ma per creare”.
E mi racconta una breve storia.
“Io Gianmaria lo conoscevo già di fama. Puntualmente, tornando a casa da scuola a piedi, cercavo di fare una strada diversa dalla sua, perchè essendo nella fase di rifiuto della malattia, era incazzato nero e picchiava tutti. La sua fortuna è stata quella di avere uno zio lungimirante che lo portò a sciare permettendogli di trovare la sua dimensione. Riuscì così a convertire la sua rabbia in cattiveria agonistica.”
Personalità diverse, approcci diversi.
Un unico obiettivo.
Che figata!
Gli chiedo se si sente un vincente o un perdente e mi risponde con la sua più completa sincerità:
“Io sono un fortunatissimo vincente. E nella prossima vita nascerò sasso, perchè in questa sono stato troppo fortunato.”
Poi, sorridendo con lui sulla consapevolezza di essere fortunati, gli chiedo se ha figli.
E lui, con la stessa pacata e lucida positività mi confida:
“Io ho un figlio di nome Guglielmo con una malattia rara ai reni. Mi sono dato la spiegazione che certe cose succedono a chi è un pochino preparato.”
Concordo con lui.
Perchè quello che fa e che sta vivendo, sembra davvero già tutto previsto. Credo succeda quando si vive rispettando il proprio centro. Il disegno è più chiaro se il segno è definito.
Si complimenta con me del fatto che io stia portando avanti questo progetto, e sottolinea la nostra dimensione citandomi Oscar di Montigny: “Lui dice che gli eroi di questa epoca siamo noi. Ma per esserlo, io ho la convinzione che bisogna essere attorniati da persone positive, che stimolano, con la stessa positività, con la stessa esigenza di lasciare un segno.”
Su questa visione condivisa tra “sensibili” parliamo la stessa lingua.

Forse un altro dei segreti per trovare il nostro equilibrio è condividere il nostro tempo con persone simili: con gli stessi ideali, gli stessi principi, gli stessi valori. È importante essere compresi per quello che siamo. Voler piacere a tutti e soprattutto essere sempre fraintesi, è una complicazione che non dobbiamo affrontare. Quindi senza dover cambiare la nostra natura, dobbiamo preservare le persone di qualità, perchè nel mio mondo ideale, vorrei senz’altro più persone come lui.
Più persone come noi.

P.S. Ora attendo di ricevere il suo libro intitolato Scie(link) perchè i suoi talenti non finiscono qui.
Continuano nella sua sensibilità estetica, narrativa e fotografica.

#tommasobalasso

Foto di Carlo Perazzolo(link)